Le interviste di Oltreconfine
La Libreria delle Occasioni, Roma
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www.libreriarotondi.it
Intervista ad Aldo Dante
di
in Nel Tempio dei Libri (Oltreconfine - n° 1 - Nov. 2011) € + spese sped.
Amedeo Rotondi morì nell’ottobre del 1999 e la storica Libreria delle Occasioni si trovò improvvisamente senza la sua guida. Quando e perché hai deciso di portare avanti il progetto di tuo zio?
L’ultimo anno della sua vita, mio zio Amedeo ha avuto diversi problemi fisici. Fino alla fine del 1998 si è potuto occupare personalmente della libreria, anche se nell’ultimo periodo veniva solo di mattina. Il pomeriggio scriveva e ha continuato a farlo finché le forze glielo hanno permesso. Quando cadde e si ruppe il femore, mi chiamò per dargli assistenza e ritenne, a torto o a ragione, che fossi la persona più adatta per portare avanti la sua opera. È un impegno morale che mi sono assunto insieme a mio nipote Francesco. Gli ultimi giorni, mio zio era inquieto perché non vedeva un futuro per la libreria. Quando gli abbiamo promesso che ce ne saremmo occupati noi, si è rasserenato. Non sempre è facile gestire questa eredità. Ricordo che quando ho messo piede in libreria nell’aprile del 1999 e ho visto questa montagna di libri, mi sono detto: «E adesso che faccio?»
Precedentemente di cosa ti occupavi?
Lavoravo nel ramo assicurativo. Dopo alcuni mesi di aspettativa ho dato le dimissioni. Dal 1° gennaio del 2000 ho lasciato il mio impiego per lavorare a tempo pieno in libreria.
Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato nella tua nuova professione di libraio?
Ho sempre avuto la passione per i libri, ma a quell’epoca l’esoterismo non era un argomento di cui fossi particolarmente appassionato. All’inizio, quindi, ho dovuto studiare un po’ di tutto, dalla teosofia alla filosofia orientale. Molti autori non li avevo mai sentiti nominare...
Prima di assumere le redini della libreria, che rapporto avevi con questo luogo? Puoi raccontarci un aneddoto, un episodio avvenuto in libreria tra te e tuo zio che ricordi con particolare piacere?
Venivo spesso in libreria a trovare mio zio e parlavamo di tutti gli argomenti che gli stavano a cuore: religione, spiritualità, filosofia... facevamo lunghe conversazioni specialmente nell’ultimo periodo, quando stavamo a stretto contatto. Non mi viene in mente un episodio particolare. Quando venivo in libreria, mi piaceva osservare come si comportava con i clienti. Aveva una forte personalità. Era un po’ umorale, a volte anche ruvido, ma riusciva a inquadrare psicologicamente tutte le persone che entravano.
(continua)